TESTI

ALCUNI ESTRATTI DA TESTI CHE HANNO ACCOMPAGNATO MOSTRE E CATALOGHI DI CAMILLO MANISCALCO

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(...) Ci troviamo di fronte a una ricerca costantemente rimbalzata dal piano della prassi pittorica a quella della speculazione estetica, dove ricorre il tema dell'antitesi, della riflessione, del doppio, e sopratutto l'ambivalenza di certezza e dubbio, stasi e movimento (...)
Jolanda Nigro Covre

dal catalogo MUTA POESIS, 1991

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sulla scultura di Camillo Maniscalco (...) Lo spirito della loro connessione è di gusto costruttivista e rimanda alla matematica classica e rinascimentale, all'estetica della geometria, al rigore concettuale del progetto (...)
Lucio Cabutti

da ARTE Mondadori, "Un Teatro mentale tra storia e geometria". Maggio 1990

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(...) dalle opere tridimensionali in stretto e voluto antagonismo fisico con lo spazio ospite, Maniscalco passa in questa mostra o, meglio, sposta la sua attenzione al progetto, a un genere di possibili e futuribili macchinari destinati a funzioni e usi ancora a venire (...).
Mario de Candia

da IL PIACERE DELL'OCCHIO , Trovaroma. Luglio 1993

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Caro Maniscalco.
il mio insegnamento all’Accademia mi sembra che ha scoraggiato dal fare arte: in sei anni difficilmente ho trovato qualche sprazzo di ricerca originale. Il tuo lavoro ultimo è una eccezzione. Ho visto i primi lavori che venivano dal surrealismo e da certa pop, in cui il disagio esistenziale si caricava di toni informali. Tante “etichette” e molta ricerca. Poi questi lavori ultimi, dove tutto è più netto e quasi meccanico.
ll retino tipografico, come la forma matematica, come la serialità del nostro tempo di “riproducibilità tecnica”: tutti momenti analizzati e subito dopo “cancellati”. Il bianco e il nero,
il positivo e il negativo, la distruzione e poi la costruzione: il lato buono è che tutto è nel quadro e soltanto nel quadro. Che resta cosi la testimonianza di un lavoro sempre dialettico, e vorrei dire didattico. C’è anche il colore: freddo e tipografico, innaturale come l’argento, non-colore come il grigio. Resta, inquietante, la presenza della natura (l’orizzonte, il sole. il rispecchiamento dell’acqua) ma filtrato dal fascino discreto della geometria.
Il tuo
Maurizio Fagiolo

Estratto  dalla Monografia “MUTA POESIS” del 1991 - critica di Maurizio Fagiolo dell’Arco


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